Uno degli alimenti più utilizzati e amati dai romani è il carciofo: un ortaggio sano e saporito, utilizzato per arricchire moltissime ricette della tradizione locale come il carciofo alla giudia.
Quando si parla di contorni, quindi, è impossibile non pensare al carciofo, una specialità che contraddistingue la cucina laziale e romana, tanto da essere riconosciuto con l’etichetta IGP.
Punto di forza della cucina romana, il carciofo è un ortaggio di primavera, ottimo come antipasto o contorno, soprattutto se unito ad un altro prodotto indispensabile della cucina romana: l’olio extravergine d’oliva.
Il carciofo, come ingrediente delle ricette romane, è diffuso soprattutto grazie alla forte influenza ebraica e giudaica della Capitale.
Ma quali sono i benefici del carciofo?
Carciofo, un alimento sano in cucina
Alimento sano e saporito, il carciofo è un toccasana per il fegato grazie alla presenza della cinarina, ma presenta anche proprietà: antiossidanti, diuretiche, detossicanti e depurative.
Ecco perché il carciofo rappresenta non solo un ingrediente che insaporisce ma anche ideale per arricchire i piatti.
Spesso inserito nelle diete detox, il carciofo porta con sé tanti benefici per il corpo.
Riduce anche il colesterolo cattivo e l’abbassamento della glicemia, utile in caso di aterosclerosi, aiuta a prevenire ictus e infarto, proteggendo il sistema cardiovascolare.
Ricette tipicamente romane a base di carciofi
Una delle ricette più famose è sicuramente il carciofo alla romana, piatto povero della tradizione contadina arrivato fino a noi e diventato uno dei piatti tipici della cucina locale.
Il carciofo viene pulito e condito con un insieme di erbe (prezzemolo, aglio e menta).
La particolarità di questo piatto è sicuramente la cottura, in quanto i carciofi vengono appoggiati sul fondo della padella con il gambo all’insù e cucinati a fuoco lento.
Altra ricetta tipica, i carciofi alla giudia ma anche i carciofi alla matticella, carciofi cotti su una brace di rametti che si tolgono durante la potatura della vite, le matticelle appunto.