L’abbacchio a scottadito è un piatto tradizionale di Roma e della regione del Lazio.
Anche se la sua origine è molto antica, lo si può degustare ancora oggi. Il suo nome è un tantino strano e si riferisce al suo consumo rigorosamente caldo, così caldo da scottare le dita!
L’abbacchio non è altro che carne di agnello ottenuta con un metodo di allevamento semi- brado, in quanto i piccoli agnellini vengono esclusivamente allattati dalle madri, quindi consumano solo latte materno e, successivamente, solo foraggi costituiti da essenze spontanee di prati e da leguminose e graminacee coltivate. Tradizionalmente, la presenza di agnelli nel Lazio è secolare, infatti alcune razze prendono il nome dalla località della regione in cui si sono maggiormente adattate.
Questo tipo di carne ha delle caratteristiche peculiari come:
- Colore molto chiaro.
- Copertura equilibrata di grasso.
- Consistenza molto tenera.
Culturalmente, l’abbacchio a scottadito, ha una valenza particolare e rappresenta una tradizione consolidata e diffusa, infatti l’agnello del Centro Italia IGP è una carne di particolare pregio, che deve le sue peculiarità anche alla professionalità e all’esperienza degli allevatori.
L’abbacchio a scottadito è una ricetta molto semplice, preparata soprattutto nel periodo della Pasqua e delle scampagnate e grigliate tra amici del lunedì di Pasquetta, poiché le carni di abbacchio sono particolarmente tenere e raggiungono il sapore migliore nel periodo che va tra marzo e giugno.
Per la ricetta dell’abbacchio a scottadito si utilizzano le costolette, cioè la parte della lombata dell’animale senza il filetto, alle quali viene lasciato l’osso che fungerà da manico durante la cottura e il consumo. Inutile dire che si mangia con le mani! Dopo una breve marinatura con olio ed erbe aromatiche, le costolette vanno cotte sulla griglia per pochi minuti da entrambi i lati e poi degustati velocemente per assaporare tutto il loro particolare sapore.