Il carciofo romanesco, chiamato comunemente mammola, è un versatilissimo ortaggio laziale assolutamente tipico della regione. Il suo gusto e le sue caratteristiche lo rendono ideale per preparare piatti da leccarsi i baffi.
Caratteristiche del carciofo romanesco
Coltivato tra le provincie di Roma, Viterbo e Latina, il carciofo mammola cresce sui campi laziali tra la fine dell’inverno e la primavera inoltrata. A differenza del comune carciofo, ogni parte del mammola è commestibile. Mancano infatti le fastidiose spine alla punta delle sue foglie o brattee, come anche non è presente la peluria interna alla base del cappello.
Il carciofo mammola dal 2002 è prodotto IGP, ossia con certificazione di Indicazione Geografica Protetta, e in quanto tale è tutelato a livello europeo. Ha una forma molto compatta e quasi sferica, con dimensioni più grandi di quelle del carciofo tradizionale.
Proprietà nutrizionali del carciofo mammola
Il carciofo romano è ricco di minerali quali il potassio, il calcio e il magnesio. Presenta anche una molecola particolare chiamata cianarina, che conferisce al carciofo un sapore leggermente amarognolo ma anche proprietà diuretiche e depurative.
Il carciofo mammola in cucina
Il carciofo romanesco per le sue peculiari caratteristiche botaniche risulta estremamente morbido; non ha quindi bisogno di essere tagliato per essere cucinato, piuttosto viene utilizzato intero. In cucina, è molto impiegato per la preparazione di piatti tipici della tradizione culinaria romana. Ricordiamo ad esempio due preparazioni assolutamente peculiari e golose, quali il carciofo alla giudia, nella quale l’ortaggio viene fritto nell’olio bollente per diventare croccante e sfiziosissimo, e il carciofo alla romana dove l’ortaggio invece viene stufato in pentola oppure cotto al forno, arricchito da ingredienti come pan grattato, aglio, prezzemolo e pecorino romano. I carciofi mammola sono ottimi anche a crudo, semplicemente conditi con un po’ di olio e limone e arricchiti con scaglie di parmigiano.