I mostaccioli sono dei tipici biscotti delle origini molto antiche, presenti in molte regioni d’Italia. Ogni ricetta, in base alla zona geografica, presenta qualche variazione.
Si tratta di biscotti secchi, generalmente di forma romboidale, perfetti per essere conservati a lungo tempo e gustati a tutte le ore del giorno. Il termine mostacciolo deriva dal latino mustaceum che sta ad indicare un impasto dolciario preparato con il mosto d’uva, l’ingrediente principe dei mostaccioli. I romani nella ricetta originale utilizzavano il mosto, lo facevano bollire e lo univano agli altri ingredienti. Nell’antica Roma era un’usanza abbastanza comune quella di preparare questi tipici biscotti e offrirli agli ospiti al momento della partenza.
La prima testimonianza dei mostaccioli la troviamo nel “De Agricoltura” di Catone che ne descrive così la preparazione: “intridi un moggio di farina con il mosto, aggiungici anice, cumino, due libbre di grasso, una libbra di cacio e della corteccia di alloro, quando avrai impastato e dato la giusta forma, cuoci sopra foglie di lauro.” Mustaceus è anche il nome di un’antica torta nuziale preparata appunto con farina, mosto e cannella.
La leggenda attribuisce la ricetta dei mostaccioli a Jacopa de’ Settesoli, nobildonna di origine romana che conobbe San Francesco D’Assisi a Roma nel 1210. La donna lo aiutò a trovare un alloggio e ad ottenere un incontro con il Pontefice e, secondo il racconto, aveva l’abitudine di preparare per lui dei piccoli biscotti chiamati appunto mostaccioli.
Secondo la leggenda San Francesco in punto di morte fece inviare una lettera a Jacopa chiedendole di portarle il suo velo nuziale e i mostaccioli. Ancora oggi, il 3 ottobre di ogni anno, nelle parrocchie Francescane è usanza distribuire ai fedeli i mostaccioli accompagnati da un foglietto che ne narra la storia.
Oggi diverse regioni d’Italia si contendono l’origine di questi deliziosi biscotti ed ogni regione presenta la sua ricetta. I mostaccioli più rinomati, oltre a quelli romani, sono quelli abruzzesi (preparati con miele e mosto ben cotto), quelli pugliesi (preparati con il cotto di fichi) e quelli ragusani con vin cotto, miele fuso e mandorle tritate.